Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 1739 del 15 gennaio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:1739PEN

Massima

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La sussistenza della circostanza aggravante del metodo mafioso di cui all'art. 7 della L. n. 203 del 1991 richiede una puntuale motivazione da parte del giudice, il quale deve descrivere in modo specifico le modalità attraverso cui il reato è stato commesso in modo da ingenerare nella vittima la consapevolezza dell'appartenenza dell'agente a un'associazione di tipo mafioso, anche in assenza della prova dell'effettiva esistenza di tale associazione. Tale aggravante non può essere affermata in modo generico e apodittico, ma deve essere ancorata a elementi fattuali concreti e specifici, che dimostrino l'idoneità della condotta a esercitare una particolare coartazione psicologica sulla vittima. Inoltre, ai fini della configurabilità dell'aggravante della "agevolazione mafiosa" di cui al medesimo art. 7, è necessario che il reato sia stato commesso al fine specifico di agevolare l'attività di un'associazione mafiosa, il che richiede la prova della reale e non solo supposta esistenza di tale associazione e della oggettiva finalizzazione dell'azione a favorirne l'attività. In assenza di tali elementi, l'aggravante non può essere riconosciuta. Analogamente, per i reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, l'aggravante del "metodo mafioso" e della "agevolazione mafiosa" di cui all'art. 7 cit. non può essere affermata in modo generico, ma deve essere ancorata a specifici elementi fattuali che dimostrino il nesso tra la condotta illecita e le modalità tipiche dell'agire mafioso. Infine, per la configurabilità dell'aggravante della "ingente quantità" di cui all'art. 80 del D.P.R. n. 309 del 1990, il giudice deve verificare se la quantità di stupefacente superi il valore-soglia determinato per ogni sostanza nella tabella allegata al D.M. 11 aprile 2006, ferma restando la sua discrezionale valutazione quando tale quantità sia superata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. AGLIASTRO Mirella - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

Dott. VIGNA Maria S. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 03/05/2018 del TRIB. LIBERTA' di CATANZARO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MARIA SABINA VIGNA;
sentite le conclusioni del PG Dott. DE MASELLIS MARIELLA, che ha chiesto l'annullamento senza rinvio dell'ordinanza impugnata in relazione al capo u) e il rigetto nel resto del ricorso;
Udito il difensore, avvocato (OMISSIS) che insiste per l'accoglimento dei motivi di ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. C…

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