Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25693 del 6 luglio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:25693PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la qualificazione giuridica di un fatto, può attribuire al medesimo fatto una definizione normativa diversa da quella originariamente contestata, purché tale diversa qualificazione risulti prevedibile e non comporti una modifica sostanziale dell'imputazione tale da ledere il diritto di difesa dell'imputato. In tal caso, la diversa qualificazione giuridica non attribuisce all'imputato il diritto alla rimessione nel termine per la scelta di riti alternativi, in quanto non si configura una "contestazione fisiologica del fatto diverso" ai sensi dell'art. 516 c.p.p. La mera attribuzione di un diverso nomen iuris al fatto, senza che ciò incida sulla libera determinazione dell'imputato in ordine alla scelta di riti alternativi a contenuto premiale, non determina una violazione del diritto di difesa. Inoltre, il giudice d'appello, nell'esercizio del potere-dovere di procedere alla corretta qualificazione giuridica del fatto, anche quando l'impugnazione sia stata proposta dal solo imputato, può dare al reato l'esatta definizione, ancorché più grave di quella attribuita dal giudice di primo grado, fermo restando l'obbligo di pronunciare soltanto sul fatto sottoposto al suo esame e il divieto di "reformatio in peius" con riferimento alla pena sotto il profilo della sua specie e quantità. In tema di concorso di persone nel reato, la configurabilità del concorso cosiddetto "anomalo" di cui all'art. 116 c.p. è soggetta a limiti negativi, ovvero che l'evento diverso non sia voluto neppure sotto il profilo del dolo alternativo o eventuale e che l'evento più grave, concretamente realizzato, non sia conseguenza di fattori eccezionali, sopravvenuti, meramente occasionali e non ricollegabili eziologicamente alla condotta criminosa di base.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. TUDINO Alessandrin - rel. Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/11/2019 della CORTE APPELLO di MESSINA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ALESSANDRINA TUDINO;
Rilevato che le parti non hanno formulato richiesta di discussione orale ex Decreto Legge 28 ottobre 2020, n. 137, articolo 23, comma 8, convertito, con modificazioni, dalla L. 18 dicembre 2020, n. 176, prorogato, quanto alla disciplina processuale, in forz…

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