Il concorso nel reato di frode informatica sussiste anche qualora il soggetto non si sia personalmente introdotto abusivamente nei sistemi informatici, ma abbia comunque agevolato il conseguimento dell'ingiusto profitto derivante dall'illecita intrusione di altri soggetti, consentendo che le somme provenienti da bonifici bancari disconosciuti fossero indirizzate sul proprio conto corrente. La consulenza tecnica che escluda l'intrusione diretta dell'imputato nei sistemi informatici non è sufficiente a dimostrare il suo proscioglimento, in quanto il profilo di responsabilità concorsuale può sussistere anche in assenza di tale condotta, essendo rilevante il contributo causale fornito per il perfezionamento della frode informatica. L'istanza di revisione è pertanto inammissibile qualora gli elementi addotti non siano idonei a provare, se accertati, il proscioglimento dell'imputato ai sensi degli articoli 529, 530 e 531 c.p.p.