Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il caso di occupazione illegittima di un suolo di proprietà privata da parte di un Comune per la realizzazione di un'opera pubblica, afferma i seguenti principi giuridici: 1. L'occupazione illegittima di un bene privato da parte della Pubblica Amministrazione, in assenza di un valido titolo ablativo, configura un illecito permanente che dà luogo a responsabilità aquiliana per danno ingiusto, con diritto del proprietario al risarcimento del danno per il mancato godimento del bene. 2. Il proprietario del bene illegittimamente occupato conserva la titolarità del diritto di proprietà, non essendo ammissibile l'istituto dell'occupazione acquisitiva, in quanto in contrasto con l'art. 1 del Protocollo addizionale alla Convenzione EDU. 3. Il risarcimento del danno deve coprire il solo valore d'uso del bene, dal momento dell'illegittima occupazione fino alla regolarizzazione della fattispecie, attraverso la restituzione del bene o l'acquisizione legittima da parte dell'Amministrazione. 4. Il termine di prescrizione per il risarcimento del danno da occupazione illegittima decorre "de die in diem", mano a mano che i danni si verificano, con la conseguenza che il proprietario può chiedere il risarcimento solo per il quinquennio anteriore alla proposizione della domanda. 5. L'Amministrazione, per evitare l'ulteriore maturazione del danno risarcibile, deve provvedere entro 90 giorni alla restituzione del bene, previa riduzione in pristino, ovvero all'acquisizione legittima dello stesso mediante il provvedimento di cui all'art. 42-bis del D.P.R. n. 327/2001.