Cassazione penale Sez. II sentenza n. 23585 del 7 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:23585PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel valutare la motivazione di un provvedimento cautelare, non deve sostituire la propria valutazione dei dati processuali a quella del giudice di merito, ma deve limitarsi a verificare se la motivazione sia logica, coerente e compatibile con il senso comune, senza poter sindacare la correttezza dell'apprezzamento delle prove. Pertanto, il ricorso per cassazione è inammissibile quando le censure attengono al merito della decisione impugnata, congruamente giustificata, senza evidenziare palesi vizi di logicità o manifesta illogicità della motivazione. Inoltre, la previsione di cui all'art. 309, comma 9, c.p.p., che impone al giudice dell'impugnazione di sostituire integralmente la motivazione del provvedimento impugnato, non è applicabile in via analogica al giudizio di appello cautelare ex art. 310 c.p.p., in quanto tale norma ha carattere eccezionale e non derogabile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenic - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. FILIPPINI S. - rel. Consigliere

Dott. CARRELLI PALOMBI Roberto - Consigliere

Dott. ARIOLLI Giovann - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 1418/2015 TRIB. LIBERTA' di BARI, del 10/12/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. STEFANO FILIPPINI;
sentite le conclusioni del PG Dott. Cedrangolo Oscar, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 6.11.2015 il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari rigettava la richiesta di revoca della misura degli arresti domiciliari nei con…

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