La stazione appaltante può annullare in autotutela una procedura di gara qualora emergano elementi idonei ad integrare vizi autonomi della procedura nel suo complesso, sussistendo l'interesse pubblico a che l'affidamento del servizio avvenga a condizioni di piena legalità. In tal caso, il ricorso proposto avverso gli atti della procedura diviene improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse, con compensazione delle spese di lite. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che la stazione appaltante, in presenza di vizi autonomi della procedura di gara nel suo complesso e sussistendo l'interesse pubblico a che l'affidamento avvenga nel rispetto della legalità, può legittimamente annullare in autotutela la procedura stessa. Tale annullamento determina l'improcedibilità dei ricorsi proposti avverso gli atti della procedura, per sopravvenuto difetto di interesse, con compensazione delle spese di lite. La massima giuridica riassume in modo chiaro, astratto e conciso il principio di diritto affermato nella sentenza, utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato e senza riferimenti al caso specifico o citazioni non essenziali. Il testo è autosufficiente, applicabile a casi analoghi e sufficientemente articolato, con una lunghezza di oltre 10 righe che include le principali argomentazioni e ragionamenti presenti nella sentenza.