Il ricorso per cassazione avverso la sentenza di primo grado, proponibile ai sensi dell'articolo 348-ter c.p.c., comma 3, è soggetto a requisiti processuali speciali di ammissibilità, tra i quali rientra l'obbligo di indicare analiticamente nel ricorso i motivi di appello e la motivazione dell'ordinanza ex articolo 348-bis c.p.c. che ha dichiarato l'inammissibilità dell'appello. L'omissione di tali indicazioni, essenziali per consentire alla Corte di Cassazione di verificare l'insussistenza di un giudicato interno sulle questioni sottoposte al suo vaglio, comporta l'inammissibilità del ricorso per cassazione, senza che possano essere integrati i relativi requisiti attraverso atti successivi. Inoltre, la deduzione della contraddittorietà nella valutazione delle dichiarazioni testimoniali non è più deducibile in cassazione a seguito della riforma dell'articolo 360 c.p.c., n. 5. Pertanto, il ricorso per cassazione che ometta di indicare analiticamente i motivi di appello e la motivazione dell'ordinanza di inammissibilità dell'appello, e che denunci vizi non più deducibili in sede di legittimità, deve essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese del giudizio di legittimità e all'ulteriore versamento del contributo unificato pari a quello dovuto per l'impugnazione proposta.