Il trasferimento di titoli azionari e quote societarie è regolato dal principio consensualistico di cui all'art. 1376 c.c., per cui il trasferimento si perfeziona con il mero consenso delle parti, senza necessità di ulteriori formalità come la consegna del titolo o l'annotazione nei libri sociali. Eventuali clausole contrattuali che rinviino a un successivo momento l'espletamento di tali formalità non sono nulle, ma rappresentano una cautela a favore degli alienanti, la cui validità non è preclusa dalla natura inderogabile delle norme sulla circolazione dei titoli. Il sopravvenuto fallimento delle società il cui capitale era oggetto del trasferimento non rende impossibile l'adempimento dell'obbligo di trasferimento, in quanto i soci mantengono un diritto sul residuo patrimoniale della liquidazione concorsuale. L'eccezione di inadempimento contrattuale sollevata dal cessionario è pertanto fondata, finché permane l'inadempimento degli alienanti all'obbligo di liberare le garanzie prestate, essendo tale obbligo essenziale e interdipendente rispetto al trasferimento delle partecipazioni. Tuttavia, gli atti di disposizione compiuti dal cessionario non sono automaticamente revocabili in via ordinaria, essendo necessario accertare in concreto la sussistenza del pregiudizio per i creditori.