Cassazione penale Sez. II sentenza n. 24768 del 1 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:24768PEN

Massima

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Il provvedimento di divieto di accesso a un determinato territorio, emesso dall'autorità di pubblica sicurezza nei confronti di un soggetto ritenuto socialmente pericoloso, costituisce una misura di prevenzione legittima e proporzionata, la cui violazione integra un reato contravvenzionale. Tale misura non può essere scriminata dallo stato di necessità derivante dalla condizione di indigenza o emarginazione sociale dell'interessato, il quale è comunque tenuto a rispettare gli obblighi imposti dalla legge e dall'autorità, senza poter invocare la propria condizione personale come causa di giustificazione o attenuante. La pena irrogata per la violazione del divieto deve essere adeguata alla gravità del fatto, senza poter essere sostituita con misure alternative, salvo che ricorrano specifici presupposti di legge.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 08/05/2017 della CORTE APPELLO di TRIESTE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. FABIO DI PISA;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. PRATOLA GIANLUIGI che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. La Corte di Appello di Trieste con sentenza del 08/05/2017 confermava la sentenza emessa …

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