Il conflitto di giurisdizione tra il giudice ordinario e il giudice militare, in presenza di una medesima condotta posta in essere dall'imputato, deve essere risolto a favore del giudice ordinario quando il reato contestato in tale sede sia più grave rispetto a quello contestato in sede militare, in applicazione del principio di cui all'art. 13, comma 2, c.p.p. Ciò in quanto, in tale ipotesi, la competenza per tutti i reati è attribuita al giudice ordinario, a prescindere dalla qualificazione giuridica data dai diversi giudici, purché la contestazione del reato più grave nel giudizio ordinario non risulti palesemente erronea o distonica rispetto all'unitaria condotta tenuta dall'imputato. Il conflitto di giurisdizione è, pertanto, risolto a favore del giudice ordinario quando, pur in presenza di una medesima condotta, il reato contestato in tale sede risulti astrattamente più grave di quello contestato in sede militare, configurando un concorso materiale di reati e non un mero concorso apparente di norme da risolvere secondo il criterio della specialità.