La legge 24 novembre 1981 n. 689, riguardante modifiche al sistema penale, favorisce largamente la sostituzione delle pene detentive brevi, onde evitarne l'effetto criminogeno e desocializzante e per riservare l'espiazione carceraria ai casi più gravi, purché non si tratti di recidivi e di persone pericolose, oltre che di soggetti che si siano dimostrati immeritevoli del beneficio per inosservanza delle prescrizioni, come coloro che abbiano commesso il reato per cui si chiede la sostituzione nell'ultimo decennio e siano stati condannati per più di due volte per reati della stessa indole.Occorre, però, che la identità della natura del reato sia esistente in riferimento a quello per cui si procede, con l'effetto che se un imputato, già condannato in precedenza per due reati della stessa indole, abbia, successivamente, nei dieci anni, commesso reati di diversa natura, in specie se contravvenzionali, ha diritto alla sostituzione della pena detentiva, così come richiesta, anche se abbia commesso - e per questi sia stato condannato - altri reati contravvenzionali, purché il nuovo reato contravvenzionale non sia stato commesso nei cinque anni dalla condanna precedente.