Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25090 del 22 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:25090PEN

Massima

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Il falso in atto pubblico per induzione si configura quando il pubblico ufficiale attesta falsamente fatti o qualità relativi a una persona, anche se l'attestazione non è contenuta in un certificato ma in un atto pubblico avente autonoma efficacia giuridica, come nel caso di un documento attestante la cittadinanza di uno straniero. Affinché l'atto possa essere qualificato come certificato amministrativo, è necessario che esso non attesti i risultati di un accertamento compiuto dal pubblico ufficiale redigente, ma si limiti a riprodurre attestazioni già documentate, senza avere una propria distinta ed autonoma efficacia giuridica. Pertanto, l'induzione in errore del pubblico ufficiale circa la cittadinanza di uno straniero, anche se non contenuta in un certificato ma in un atto pubblico, integra il reato di falso in atto pubblico per induzione, a prescindere dalla forma e dalla denominazione dell'atto in cui tale falsa attestazione si è concretizzata. La prescrizione del reato non risulta maturata, anche per effetto delle sospensioni indicate nella sentenza impugnata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Pao - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. il (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 6959/2007 CORTE APPELLO di ROMA, del 21/10/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 03/05/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, Dr. Scardaccione, ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.

R…

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