Cassazione penale Sez. V sentenza n. 38958 del 20 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:38958PEN

Massima

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Il reato di ingiuria sussiste quando le espressioni utilizzate, anche se pronunciate in un contesto conflittuale, presentano una specifica e autonoma valenza offensiva, idonea a ledere l'onore e il decoro della persona offesa, senza essere finalizzate ad alcuno scopo lecito. La causa di non punibilità per reazione a fatto ingiusto altrui richiede la prova dell'immediata connessione tra il fatto ingiusto e la reazione, non potendo essere riconosciuta quando la reazione appaia sproporzionata e priva di nesso causale con l'ultimo episodio che l'ha determinata, anche in presenza di un accumulo di fattori irritativi nel tempo. Il reato di minacce sussiste quando il comportamento dell'agente, anche attraverso espressioni verbali, sia idoneo a ingenerare nella persona offesa un fondato timore di subire un danno ingiusto alla propria incolumità personale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Mar - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 60/2010 GIUDICE DI PACE di LIPARI, del 09/07/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 31/05/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA VESSICHELLI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. A. Galasso che ha concluso per l'inammissibilita'.

FATTO E DIRITTO

Propone ricorso per cassazione (OMISSIS), avverso la sentenza del Giudice…

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