Il pubblico dipendente che si assenta dal luogo di lavoro senza timbrare il cartellino d'uscita, realizza una condotta fraudolenta oggettivamente idonea ad indurre in errore l'amministrazione di appartenenza circa la sua presenza sul luogo di lavoro, integrando il reato di truffa aggravata, anche qualora le assenze siano di breve durata e comportino un danno economicamente apprezzabile per l'ente pubblico. Tale condotta non può essere giustificata dalla mancanza di distributori di acqua potabile nell'ufficio o dalla qualifica di videoterminalista del dipendente, in assenza di specifiche condizioni previste dalla normativa in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che subordinano il diritto alle relative pause all'effettiva sussistenza di tali presupposti, non derogabili mediante semplice comunicazione ai responsabili di area. La valutazione della rilevanza penale delle condotte e della sussistenza del profitto con apprezzabile danno per l'amministrazione rientra nella competenza esclusiva del giudice di merito, la cui motivazione, se immune da vizi logici e giuridici, non può essere sindacata in sede di legittimità mediante una diversa ricostruzione dei fatti.