Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27975 del 19 luglio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:27975PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) è integrato dalla condotta di chi, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura, ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva, e ciò anche quando la precedente relazione affettiva costituisce circostanza aggravante. La condotta persecutoria, che può concretizzarsi anche in atti di violenza fisica, deve essere valutata complessivamente, nella sua progressione e reiterazione, al fine di accertare la sussistenza dell'elemento soggettivo del dolo specifico di cagionare il perdurante e grave stato di ansia o di paura nella vittima. La querela della persona offesa, tempestivamente presentata, è requisito di procedibilità del reato, non essendo necessario che essa contenga l'espressa richiesta di punizione del colpevole. Ai fini della configurabilità del reato di deturpamento e imbrattamento di cose altrui (art. 639 c.p.), è sufficiente la prova che l'imputato abbia cagionato il deturpamento o l'imbrattamento, senza che sia necessario accertare l'elemento soggettivo del dolo specifico di offendere il sentimento estetico altrui. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione della prova e nell'apprezzamento della credibilità delle dichiarazioni testimoniali, senza che il sindacato di legittimità possa estendersi a tale ambito, se non nei casi di manifesta illogicità o travisamento della prova. Il riconoscimento delle attenuanti generiche è rimesso alla valutazione discrezionale del giudice di merito, il quale deve motivare adeguatamente il diniego sulla base di elementi concreti, come la gravità e la persistenza della condotta delittuosa. La prescrizione del reato, maturata dopo la sentenza di appello, non può essere rilevata in sede di legittimità a seguito della declaratoria di inammissibilità del ricorso per cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CATENA Rossella - Presidente

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. CIRILLO Pierang - rel. Consigliere

Dott. MAURO Anna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso la sentenza del 22/01/2021 della CORTE APPELLO di MESSINA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere PIERANGELO CIRILLO;
udite le conclusioni del Sostituto Procuratore generale Dott. FIMIANI Pasquale, che ha chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso;
udite le conclusioni dell'avv. ((omissis)), per la parte civile, che ha chiesto di rigettare il ricorso;
udite le conclusioni dell'avv. ((o…

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