Cassazione penale Sez. II sentenza n. 25234 del 7 giugno 2019

ECLI:IT:CASS:2019:25234PEN

Massima

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Il pubblico dipendente che attesta falsamente la propria presenza in servizio, mediante l'alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente, ovvero giustifica l'assenza dal servizio mediante una certificazione medica falsa o falsamente attestante uno stato di malattia, commette il reato di truffa aggravata e il reato di falsa attestazione della presenza in servizio, con conseguente responsabilità penale, disciplinare e l'obbligo di risarcire il danno patrimoniale e di immagine arrecato all'amministrazione pubblica. La reiterazione e l'abitualità della condotta, nonché il disvalore della stessa in relazione alla figura professionale rivestita dal pubblico dipendente e alla lesione dell'interesse collettivo tutelato, possono escludere l'applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La sentenza definitiva di condanna comporta, per il medico complice, la sanzione disciplinare della radiazione dall'albo e, se dipendente di una struttura sanitaria pubblica o convenzionato con il servizio sanitario nazionale, il licenziamento per giusta causa o la decadenza dalla convenzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAGO Geppino - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluig - rel. Consigliere

Dott. MONACO Marco Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
contro la sentenza della Corte di Appello di Brescia del 12.6.2018;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. CIANFROCCA Pierluigi;
udito il PM, nella persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa COCOMELLO Assunta, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di Appello di Brescia ha confermato quella con cui il Tribunale di Bergamo, con s…

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