Il reato di accesso abusivo a sistema informatico, realizzato mediante l'indebita acquisizione di codici di accesso e l'assunzione fraudolenta dell'identità della vittima al fine di effettuare illeciti trasferimenti di denaro, integra una condotta gravemente lesiva del bene giuridico della sicurezza dei rapporti finanziari intrattenuti online, che esclude l'applicabilità dell'istituto della particolare tenuità del fatto di cui all'art. 131-bis c.p. Ciò in ragione della rilevante offensività oggettiva della condotta, caratterizzata dall'utilizzo di strumenti informatici per perpetrare un reato contro il patrimonio, nonché del grado di colpevolezza dell'agente, desumibile dal suo comportamento mendace nel negare l'evidenza dei fatti. La determinazione della pena, nel rispetto dei criteri di cui agli artt. 132 e 133 c.p., rientra nella discrezionalità del giudice di merito, la cui valutazione non è sindacabile in sede di legittimità se sorretta da adeguata motivazione e non frutto di mero arbitrio.