Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 1192 del 13 gennaio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:1192PEN

Massima

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Il peculato si configura quando il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio si appropria, in violazione dei doveri inerenti alle sue funzioni o al suo servizio, di denaro o altra cosa mobile altrui di cui abbia il possesso o la disponibilità per ragione del suo ufficio o servizio. Ai fini della configurabilità del reato, non è necessario che l'agente abbia effettuato un'appropriazione materiale delle somme, essendo sufficiente che egli non abbia provveduto al loro versamento nelle casse pubbliche, determinando così l'impossibilità di addebitare automaticamente le somme dovute. L'elemento soggettivo del peculato è integrato dal dolo generico, consistente nella coscienza e volontà di appropriarsi indebitamente delle somme, senza che rilevi la finalità perseguita dall'agente. Pertanto, la mancata effettuazione dei versamenti dovuti, anche se determinata da sopravvenute difficoltà economiche o da provvedimenti illegittimi di terzi che abbiano inciso sulla disponibilità delle somme, non esclude la responsabilità per peculato, in quanto l'agente aveva comunque l'obbligo giuridico di provvedere al versamento, indipendentemente dalle circostanze che ne abbiano impedito l'adempimento. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato, deve pertanto limitarsi a verificare la sussistenza dell'appropriazione indebita, senza poter sindacare la legittimità di eventuali provvedimenti amministrativi che abbiano inciso sulla disponibilità delle somme, essendo tale questione estranea all'accertamento della responsabilità penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. LEO Guglielmo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 20 giugno 2012 emessa d((omissis)) d'appello di L'Aquila;

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

udita la relazione del Consigliere Dr. ((omissis));

udito il sostituto procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con la decisione in epigrafe indicata la Corte d'appello di L'Aquila ha con…

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