La massima giuridica che può essere estratta dalla sentenza è la seguente: Il piano di assetto del territorio intercomunale (PATI) non ha efficacia conformativa delle previsioni urbanistiche, ma ha valore meramente ricognitivo degli accordi urbanistici stipulati ai sensi degli artt. 6, 36 e 37 della legge regionale n. 11/2004. Pertanto, l'approvazione del PATI non determina automaticamente l'edificabilità delle aree oggetto di tali accordi, la quale deve essere successivamente disciplinata nel piano degli interventi (PI), nel rispetto dei principi di tutela dei beni di interesse storico-culturale e paesaggistico. In particolare, l'area oggetto di un accordo urbanistico che prevede la cessione di parte del compendio di una villa storica e del relativo parco al Comune, in cambio della possibilità di edificare sulla restante parte, deve essere rimodulata nel PI al fine di garantire la tutela del bene culturale, anche attraverso la previsione di un parco pubblico, ferma restando la possibilità di riconoscere un credito edilizio ai proprietari per la quota di area ceduta.