La valutazione di impatto ambientale (VIA) e la verifica preliminare di assoggettabilità alla VIA costituiscono esercizio di ampia discrezionalità tecnica da parte dell'amministrazione, sindacabile dal giudice amministrativo solo in caso di macroscopici vizi logici o travisamento dei presupposti. Tali valutazioni non si limitano a meri giudizi tecnici, ma implicano anche profili di discrezionalità amministrativa nell'apprezzamento e ponderazione degli interessi pubblici coinvolti, sindacabili solo in caso di manifesta illogicità o carenza istruttoria. La conformità del progetto agli strumenti urbanistici e di pianificazione territoriale rappresenta un presupposto indispensabile della valutazione di impatto ambientale, non potendosi prescindere dalla compatibilità dell'intervento con il contesto normativo e pianificatorio vigente. Pertanto, la valutazione di tale profilo nell'ambito della procedura di VIA non costituisce un ostacolo insuperabile all'autorizzazione dell'impianto, in quanto la VIA implica una complessiva analisi comparativa tra sacrificio ambientale e utilità socio-economica, tenuto conto anche delle possibili alternative. Conseguentemente, la legittimità della previsione del piano regionale di localizzare determinati impianti solo in aree industriali non può essere contestata in via immediata, dovendo essere valutata nell'ambito della successiva procedura autorizzatoria, ove si esaminerà la compatibilità dell'intervento con la disciplina urbanistica vigente e l'eventuale variante ai sensi dell'art. 5 del D.P.R. n. 447/1998.