Cassazione penale Sez. V sentenza n. 46496 del 11 novembre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:46496PEN

Massima

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Il reato di falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri (art. 495 c.p.) sussiste quando le dichiarazioni rese dall'imputato sono destinate ad essere riprodotte in un atto pubblico, a prescindere dalla loro effettiva utilizzazione o meno. La natura pubblica dell'atto in cui le dichiarazioni sono destinate ad essere inserite, e non il loro concreto utilizzo, è l'elemento determinante per la configurabilità del reato di cui all'art. 495 c.p. Pertanto, il reato non può essere derubricato a quello di cui all'art. 496 c.p. (false dichiarazioni sulla identità o su qualità personali proprie o di altri), in quanto quest'ultima fattispecie richiede che le dichiarazioni non siano destinate ad essere riprodotte in un atto pubblico. La condanna per il reato di cui all'art. 495 c.p. è dunque legittima qualora le dichiarazioni rese dall'imputato fossero destinate ad essere inserite in un verbale di perquisizione personale, in quanto atto pubblico, indipendentemente dal loro effettivo utilizzo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriel - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO P. - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA F. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 5795/2012 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 26/09/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/06/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO GIOVANNI DEMARCHI ALBENGO;

Il Procuratore generale della Corte di cassazione, dr. Eugenio Selvaggi, ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del …

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