Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27637 del 20 giugno 2019

ECLI:IT:CASS:2019:27637PEN

Massima

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Il reato di minaccia si configura quando la condotta dell'agente, anche se non espressamente diretta a incutere timore nella vittima, sia potenzialmente idonea a incidere sulla sua libertà morale, a prescindere dall'effettivo verificarsi di un concreto effetto intimidatorio. Ai fini della sussistenza del reato, non è necessario che il soggetto passivo abbia effettivamente subito un senso di paura o di intimidazione, essendo sufficiente che le espressioni utilizzate, valutate nel contesto in cui sono state pronunciate, siano astrattamente idonee a limitare la libertà di autodeterminazione della persona offesa. La diversità delle frasi minacciose rispetto a quelle indicate nell'imputazione non comporta una modifica del fatto tale da determinare una violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza, purché il male minacciato attenga comunque all'incolumità del destinatario. La valutazione della gravità e dell'idoneità della minaccia a incutere timore nella vittima rientra nell'ambito del giudizio di merito, non sindacabile in sede di legittimità se adeguatamente motivato, mentre la determinazione della pena edittale applicabile è soggetta al controllo di legittimità, con conseguente possibilità di annullamento senza rinvio della sentenza per l'illegalità della pena inflitta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - rel. Consigliere

Dott. SESSA Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 13/04/2018 del Tribunale di Siracusa;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Michele Romano;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Filippi Paola, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza indicata in epigrafe il Tribunale di Siracusa ha confermato la sentenza del …

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