Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25845 del 6 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:25845PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale desumibile dalla sentenza è il seguente: La sussistenza di gravi indizi di colpevolezza per il reato associativo, anche se relativi a fatti non recenti, legittima l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, salvo che non emergano positivi elementi dai quali risulti l'insussistenza di concrete esigenze cautelari. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione delle fonti di prova e delle circostanze rilevanti ai fini dell'applicazione della misura, purché la motivazione sia logica, coerente e immune da vizi logico-giuridici. Il ricorso per cassazione avverso l'ordinanza cautelare è ammissibile solo per denunciare la violazione di specifiche norme di legge ovvero la manifesta illogicità della motivazione, senza poter proporre una diversa valutazione delle risultanze istruttorie già esaminate dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio Felic - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Di. Fi. An. , nato il (OMESSO);

avverso l'ordinanza 1 febbraio 2010 del Tribunale del riesame di Catania che ha confermato l'ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso lo stesso Tribunale con riferimento ai delitti di cui al Decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, articolo 74 (capo E) e articolo 73 (capo E bis);

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

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