Il Consiglio di Stato, nell'esaminare il ricorso avverso la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna che aveva respinto l'impugnazione dell'atto di autotutela con cui il Comune di Teulada aveva annullato d'ufficio una concessione edilizia ritenuta formatasi per silenzio assenso, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. L'annullamento d'ufficio di una concessione edilizia formatasi per silenzio assenso ai sensi dell'art. 8 della legge n. 94 del 1982 è legittimo, in quanto tale istituto ha carattere eccezionale e transitorio, con ambito di applicazione limitato agli interventi di edilizia residenziale, e non è estensibile alla fattispecie in esame. 2. Ai fini della qualificazione dell'intervento come restauro o risanamento conservativo, è necessario che vi sia una preesistenza edilizia certa e individuabile, non potendosi ritenere tale una mera ipotesi ricostruttiva basata su elementi storici e comparativi, in assenza di riscontri oggettivi sullo stato dei luoghi. 3. La mancanza di certezze sulla consistenza volumetrica e tipologica del manufatto originario rende applicabili le limitazioni urbanistiche previste per gli interventi di ristrutturazione edilizia, e non per quelli di restauro o risanamento conservativo. 4. Il fatto che una parte del manufatto sia stata ritenuta legittima in un precedente giudizio non implica l'automatica esclusione di tale parte dall'annullamento complessivo, essendo necessaria una valutazione unitaria dell'intervento progettato. 5. I pareri favorevoli resi in sede endoprocedimentale non possono prevalere sulla corretta qualificazione giuridica dell'intervento, in quanto espressione di un difetto di coordinamento tra le diverse Amministrazioni, e non possono comunque legittimare il rilascio di titoli edilizi illegittimi.