Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 31220 del 9 agosto 2021

ECLI:IT:CASS:2021:31220PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che si appropri di denaro o altra cosa mobile altrui di cui abbia il possesso o la disponibilità per ragione del suo ufficio o servizio commette il reato di peculato, mentre la condotta di chi, non avendo tale possesso, si procuri fraudolentemente il bene mediante artifici o raggiri integra il reato di truffa aggravata. Pertanto, la falsificazione di documenti finalizzata all'occultamento della commissione dell'illecito non costituisce artifizio volto a farsi consegnare il denaro, essendo la disponibilità di quest'ultimo antecedente e non effetto della condotta incriminata. Inoltre, il reato di ricettazione si prescrive in un termine più breve rispetto a quello di peculato, sicché, ove il primo risulti prescritto, la pena deve essere rideterminata decurtando il quantum di pena inflitta per il reato estinto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSTANZO Angelo - Presidente

Dott. GIORDANO Emilia Anna - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - Consigliere

Dott. VIGNA Maria Sabi - rel. Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 30/10/2020 della Corte di appello di Palermo;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Maria Sabina Vigna;
lette le conclusioni del Sostituto Procuratore Generale che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata, la Corte di appello di Palermo ha confermato la sentenza resa in data 7 giugno 2018 dal Trib…

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