La revoca dell'autorizzazione all'esercizio di una comunità-alloggio per minori stranieri non accompagnati è legittima quando emergano gravi e reiterate violazioni della carta dei servizi o grave inadempimento delle modalità di erogazione delle prestazioni, tali da pregiudicare la qualità dei servizi resi e la possibilità di mantenere corretti rapporti di collaborazione con gli enti gestori, anche in considerazione della tutela del superiore interesse dei minori coinvolti. In tali ipotesi, l'amministrazione competente può disporre la revoca dell'autorizzazione, senza necessità di indicare preventive prescrizioni e termini per l'adeguamento, quando le violazioni non siano più in atto ma già definitivamente consumate e non più suscettibili di essere rimosse. Il mancato rispetto dei contratti di lavoro, degli inquadramenti professionali e delle norme in materia di contribuzione e pensionistiche per il personale dipendente costituisce altresì valido motivo ostativo al rilascio di una nuova autorizzazione. Infine, il termine di sessanta giorni per la conclusione del procedimento di rilascio dell'autorizzazione può essere sospeso, ai sensi degli artt. 2, comma 7, e 10-bis della L. 241/1990, per un periodo non superiore a trenta giorni, in caso di richiesta di integrazione documentale, e per ulteriori dieci giorni in caso di preavviso di rigetto.