Dopo il recesso o l'estinzione di una società di capitali, i diritti e i beni non compresi nel bilancio di liquidazione si trasferiscono ai soci in regime di contitolarità o comunione indivisa, con esclusione delle sole pretese ancora incerte o illiquide, la cui omessa inclusione nel bilancio finale di liquidazione può essere interpretata come rinuncia della società. Pertanto, la cancellazione della società dal registro delle imprese, anche se disposta d'ufficio per mancato deposito dei bilanci, non determina automaticamente l'estinzione dei crediti della società, i quali transitano nella titolarità dei soci, salvo che non sia provata la volontà abdicativa della società attraverso atti inequivoci, come la remissione del debito ai sensi dell'art. 1236 c.c. La pendenza di un giudizio sul credito al momento della cancellazione non osta alla successione dei soci, i quali possono proseguire o riassumere il processo ai sensi dell'art. 110 c.p.c.