Cassazione penale Sez. II sentenza n. 35998 del 7 ottobre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:35998PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini della sussistenza delle esigenze cautelari, può essere desunto dalle modalità e dalla gravità del fatto, nonché da elementi sintomatici della pericolosità sociale dell'indagato, come la disinvoltura e la coercizione mostrate nell'esecuzione della condotta criminosa, a prescindere dalla confessione e dallo stato di incensuratezza, i quali non escludono automaticamente tale pericolo. Il giudice deve valutare concretamente le circostanze del caso, senza limitarsi al tipo di reato o a una sua ipotetica gravità, ma considerando situazioni correlate ai fatti del procedimento e inerenti a comportamenti indicativi della pericolosità dell'indagato, al fine di effettuare una prognosi infausta in relazione alle esigenze di prevenzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO ((omissis)) - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. FUMU Giacomo - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) ME. AL. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 198/2010 TRIB. LIBERTA' di LECCE, del 30/03/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CHINDEMI;

lette/sentite le conclusioni del P.G. Dott. PASSACANTANDO Guglielmo che ha chiesto il rigetto del ricorso.

OSSERVA IN FATTO

Il Tribunale del riesame di Lecce, con ordinanza in data 30 marzo 2010, confermava l'ordinanza del G.I.P.…

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