L'amministrazione sanitaria competente ha l'obbligo di adottare un provvedimento espresso in risposta all'istanza di un soggetto privato volta all'assegnazione di un'apparecchiatura PET/TAC per la copertura del fabbisogno regionale, indipendentemente dalla fondatezza della pretesa. Tale obbligo di provvedere discende dall'art. 2 della legge n. 241/1990 e dall'art. 8-ter del d.lgs. n. 502/1992, a tutela del principio di effettività della tutela giurisdizionale di cui all'art. 1 del codice del processo amministrativo. Il mancato esercizio di tale obbligo integra un'ipotesi di silenzio-inadempimento, suscettibile di essere impugnato in sede giurisdizionale, con conseguente condanna dell'amministrazione a provvedere entro un termine perentorio, fermo restando che il giudice non può pronunciarsi sulla fondatezza della pretesa, stante il divieto di cui all'art. 31, comma 3, c.p.a. L'amministrazione, infatti, conserva ampi margini di discrezionalità nella valutazione dei presupposti e dei parametri tecnici rilevanti ai fini del rilascio del provvedimento conclusivo, che può essere quindi positivo o negativo. In caso di perdurante inerzia dell'amministrazione, il giudice può nominare un commissario ad acta per l'adozione del provvedimento dovuto.