Il Comune, nell'esercizio della propria discrezionalità amministrativa, può istituire parcheggi a pagamento in zone di particolare rilevanza urbanistica, anche senza prevedere adeguati spazi di sosta libera, qualora sussistano esigenze e condizioni particolari di traffico, come l'eccessivo intasamento delle vie adiacenti alle zone già soggette al regime della "zona blu". Tale scelta, volta ad assicurare una sufficiente rotazione degli spazi a parcheggio e a prevenire e ridurre l'inquinamento atmosferico e gli altri inconvenienti provocati dal traffico veicolare, deve essere adeguatamente motivata e rappresenta un bilanciamento tra i contrapposti interessi pubblici e privati, in cui gli interessi di natura economico-patrimoniale dei cittadini e degli esercenti commerciali sono generalmente recessivi rispetto alle esigenze di mobilità e di tutela ambientale. Il Comune può inoltre prevedere misure di favore per i residenti, come parte di tale bilanciamento di interessi. La discrezionalità del Comune nella disciplina della sosta e del traffico veicolare è ampia e il sindacato giurisdizionale è limitato alla verifica della legittimità dell'atto, non potendosi sostituire alla valutazione tecnico-discrezionale dell'amministrazione.