Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33550 del 29 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:33550PEN

Massima

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Il diritto di critica, quale esimente della diffamazione, sussiste quando il giudizio valutativo espresso, pur potendo contenere coloriture ed iperboli, toni aspri o polemici, linguaggio figurato o gergale, risulta proporzionato e funzionale all'opinione o alla protesta manifestata, in considerazione degli interessi e dei valori che si ritengono compromessi. In particolare, le espressioni utilizzate, anche se aspre o icastiche, non devono eccedere dall'ambito dell'oggetto della critica, né devono tradursi in un attacco arbitrario alla personalità del destinatario, di cui censurano l'operato in forma comunque proporzionata. Pertanto, il diritto di critica scrimina la condotta diffamatoria quando le modalità espressive, pur potendo risultare colorite o polemiche, sono pertinenti e contenute rispetto alle finalità di denuncia o di protesta perseguite.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 64/2013 TRIBUNALE di MESSINA, del 10/03/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/05/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE DE MARZO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Galasso Aurelio, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con sentenza del 10/03/2014 il Tribunale di Messina ha confer…

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