Il vincolo di inedificabilità assoluta previsto dall'art. 133, comma 1, lett. a) del R.D. n. 368 del 1904 si applica alle aree pertinenti alla bonificazione, a prescindere dal momento di realizzazione delle opere e dall'entrata in vigore del regolamento del Consorzio di bonifica, essendo tale vincolo imposto direttamente dalla legge. Pertanto, il diniego di condono edilizio è legittimo qualora le opere abusive siano state realizzate all'interno della fascia minima di 4 metri dal piede dell'argine del corso d'acqua, in quanto in contrasto con il divieto assoluto di edificazione previsto dalla normativa di settore, senza che sia necessaria una valutazione discrezionale da parte del Consorzio sulla compatibilità delle opere. Il provvedimento di diniego può essere adottato dal dirigente comunale competente in materia di assetto del territorio, in applicazione dell'art. 6 della L. n. 127 del 1997, anche se entrato in vigore successivamente alla presentazione dell'istanza di condono.