Cassazione penale Sez. II sentenza n. 4155 del 4 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:4155PEN

Massima

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Il tentativo di reato si configura quando l'agente compie atti idonei e diretti in modo non equivoco a commettere un delitto, anche se questo non si verifica per cause indipendenti dalla sua volontà. Tuttavia, la desistenza volontaria dall'azione delittuosa, ossia la determinazione dell'agente di non proseguire nell'azione criminosa indipendentemente da cause esterne, esclude la punibilità per il tentativo. La valutazione della sussistenza della desistenza volontaria richiede un attento esame del complessivo quadro probatorio, senza che possano assumere rilievo mere ipotesi difensive non sorrette da elementi concreti. Ove la desistenza risulti determinata da fattori esterni che hanno impedito la prosecuzione dell'azione, essa non può ritenersi volontaria ai fini dell'esclusione della punibilità. Inoltre, il beneficio della non menzione della condanna, previsto dall'art. 175 c.p., deve essere concesso quando ricorrono i presupposti di legge, senza che il giudice possa ometterne la motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ESPOSITO Antonio - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

Sul ricorso proposto da:

Avv. ((omissis)), difensore di Ca. Ro. nato a (OMESSO);

C. G. , nato a (OMESSO);

Su ricorso proposto da:

Fi. Al. nato a (OMESSO);

Sul ricorso proposto da:

Pa. Jo. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Lecce, sezione 2 penale, in data 30.11.2009;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Dott. ((omissis)…

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