Il falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico (art. 483 c.p.) si configura quando il soggetto attesta falsamente, in una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, di non avere subito condanne penali, in quanto tale dichiarazione è equiparata a un atto pubblico destinato a provare la verità del suo contenuto, compresa l'inesistenza di condanne a carico del dichiarante. L'elemento psicologico del reato sussiste quando il soggetto agisce con coscienza e volontà di compiere il fatto, consapevole di agire contro il dovere giuridico di dichiarare il vero. Il reato di falso ideologico in atto pubblico si configura anche quando la falsa dichiarazione del privato è strumentale alla formazione di un atto pubblico ideologicamente falso (artt. 48 e 479 c.p.), essendo irrilevante che il pubblico ufficiale abbia successivamente effettuato i dovuti controlli, in quanto il reato di falso si configura come reato di pericolo. L'errore scusabile sulla norma extrapenale (art. 47 c.p.) non può essere invocato quando il soggetto agente aveva il dovere giuridico di informarsi sulla propria condizione giuridica attestata al pubblico ufficiale.