Cassazione penale Sez. I sentenza n. 47311 del 20 dicembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:47311PEN

Massima

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Il giudice cautelare, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza ai fini dell'adozione di una misura cautelare personale, deve procedere ad un incisivo giudizio prognostico di "elevata probabilità di colpevolezza", fondato su elementi indiziari ancorati a fatti certi, di natura logica o rappresentativa, che, pur non dimostrando con certezza la responsabilità dell'indagato, siano tuttavia idonei a far desumere con elevata valenza probabilistica l'attribuzione del reato al medesimo. Tale valutazione deve essere effettuata applicando i criteri di cui all'art. 192 c.p.p., commi 3 e 4, con particolare riferimento alla chiamata di correo, la quale, per valere come grave indizio di colpevolezza, deve essere apprezzata nella sua attendibilità intrinseca e nella sua capacità dimostrativa e persuasiva probatoria per mezzo di riscontri esterni individualizzanti, inerenti alle modalità oggettive del fatto descritto dal chiamante e soggettivamente indirizzati all'indagato. Il controllo di legittimità sulla valutazione del quadro indiziario è limitato all'esame del contenuto dell'atto impugnato e alla verifica dell'adeguatezza e congruenza del tessuto argomentativo rispetto ai canoni della logica e ai principi di diritto che governano l'apprezzamento delle risultanze probatorie, senza che possa integrare vizio di legittimità la mera prospettazione di una diversa e, per il ricorrente, più adeguata valutazione delle risultanze delle indagini. Quanto alle esigenze cautelari, la presunzione di sussistenza di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p. per il delitto di associazione mafiosa postula l'acquisizione di specifici elementi probatori per poter ritenere superata tale presunzione, non essendo sufficiente la mera deduzione di incompatibilità delle condizioni di salute dell'indagato con il regime carcerario o la richiesta di concessione degli arresti domiciliari con autorizzazione al lavoro.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. TARDIO Angela - rel. Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. CARTA Adriana - Consigliere

Dott. CAPRIOGLIO ((omissis)) S. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

FE. MA. n. il (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1224/2011 TRIBUNALE LIBERTA' di REGGIO CALABRIA, del 13/12/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere dott. ANGELA TARDIO;

sentite le conclusioni del Procuratore Generale dott. ANTONIO MURA, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

uditi i difensori del ricorrente, avv. FARANDA CLAUDIO e avv. GERARDINA RIOLO, che hanno insistito nell&…

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