Cassazione penale Sez. V sentenza n. 44907 del 28 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:44907PEN

Massima

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Il diritto di critica giornalistica, pur se esercitato con espressioni forti e sferzanti, è legittimo quando si riferisce a un'inchiesta giornalistica che illustra fedelmente i risultati degli accertamenti compiuti dall'autore, senza eccedere i limiti della continenza. In tali casi, l'uso di termini critici o di accostamenti suggestivi non integra gli estremi della diffamazione, purché l'articolista abbia agito nel rispetto del diritto-dovere di informare il pubblico su questioni di interesse generale, come l'alienazione di beni pubblici a prezzi ritenuti di favore per l'acquirente. Il giudice, nel valutare la legittimità dell'esercizio del diritto di critica, deve tenere conto del contesto complessivo dell'articolo, senza limitarsi a considerare singole espressioni decontestualizzate, ma verificando se l'articolista abbia agito con l'intento di informare correttamente l'opinione pubblica, senza eccedere i limiti della continenza e della verità sostanziale dei fatti rappresentati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. SCOTTI Umberto L - Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. MICHELI Paol - Rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto nell'interesse di:
(OMISSIS) s.p.a., in persona del legale rappresentante pro tempore;
avverso la sentenza emessa il 15/11/2016 dal Gup del Tribunale di Roma all'esito del processo penale celebrato nei confronti di
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Micheli Paolo;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Fimiani Pasquale, che…

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