Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6562 del 9 febbraio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:6562PEN

Massima

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Il reato di minaccia (art. 611 c.p.) si configura quando l'agente, con parole o comportamenti, prospetta all'offeso la concreta possibilità di subire un danno ingiusto, al fine di costringerlo a compiere o omettere un determinato atto. La minaccia deve essere seria, concreta e idonea a incutere timore nell'offeso, senza che sia necessaria l'effettiva capacità dell'agente di realizzare la condotta minacciata. Ai fini della configurabilità del reato, non rileva che l'agente si sia limitato ad urlare dal giardino del fidanzato della persona offesa, invitandola a ritirare una denuncia, poiché l'elemento essenziale è la prospettazione di un danno ingiusto, idonea a condizionare la libertà di determinazione della vittima. Il giudizio di penale responsabilità si fonda sulla valutazione complessiva delle circostanze emerse nel corso dell'istruttoria, senza che il giudice di legittimità possa sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, salvo vizi logici o motivazionali della decisione impugnata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SETTEMBRE Antonio - Presidente

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/03/2017 della CORTE APPELLO di GENOVA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. AMATORE ROBERTO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. DI LEO GIOVANNI;
Il Proc. Gen. conclude per il rigetto;
Udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di Appello di Genova ha integralmente confermato la sentenza di condan…

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