Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 17231 del 23 aprile 2009

ECLI:IT:CASS:2009:17231PEN

Massima

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La coltivazione di piante da cui è possibile estrarre sostanze stupefacenti, anche se finalizzata al solo consumo personale, integra il reato di cui all'art. 73 del D.P.R. n. 309/1990, in quanto condotta penalmente rilevante a titolo di pericolo, in quanto idonea ad accrescere la disponibilità di droga e a contribuire all'alimentazione del mercato illecito, con conseguente pericolo per la salute pubblica e l'ordine sociale. Tale principio vale indipendentemente dalle modalità e dalle dimensioni della coltivazione, non essendo rilevante ai fini della punibilità la distinzione tra "coltivazione tecnico-agraria" e "coltivazione domestica". Tuttavia, il giudice è tenuto a verificare in concreto l'offensività della condotta, accertando l'effettiva idoneità delle piante sequestrate a produrre un effetto stupefacente rilevabile, in applicazione dei principi di offensività e materialità del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. MANNINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore Generale presso la Sezione distaccata della Corte d'appello di Sassari contro la sentenza emessa il 31 ottobre 2007 dal

Giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Tempio Pausania;

Nel procedimento a carico di:

An. Ba., nata a (OMESSO);

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

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