Il provvedimento di revoca della licenza commerciale per la tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza pubblica, adottato dal Comune su richiesta del Prefetto ai sensi dell'art. 19, comma 4, del d.P.R. n. 616/1977, ha natura preventiva e non richiede la prova di specifici reati, potendo legittimamente fondarsi su un quadro di elementi indiziari, anche risalenti nel tempo, che siano sintomatici di un concreto pericolo per la sicurezza pubblica. Pertanto, la revoca può essere disposta in presenza di una situazione oggettiva di frequentazione e aggregazione, presso il locale gestito dal titolare dell'autorizzazione, di soggetti controindicati sotto il profilo della sicurezza pubblica, anche in assenza di specifici episodi di turbativa dell'ordine pubblico, quando tale situazione sia percepita come pericolosa dalle Forze dell'Ordine in relazione al contesto territoriale caratterizzato da un alto tasso di criminalità. In tali casi, il Comune è legittimato ad adottare il provvedimento di revoca, su richiesta del Prefetto, senza che sia necessaria un'analitica confutazione delle deduzioni difensive dell'interessato, essendo sufficiente una motivazione complessivamente logica e coerente con il quadro probatorio acquisito. Il potere di revoca, in quanto espressione del principio del contrarius actus, non è soggetto ai limiti temporali previsti per l'esercizio del potere di annullamento d'ufficio di cui all'art. 21-nonies della legge n. 241/1990.