Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8896 del 27 febbraio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:8896PEN

Massima

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Il concorso morale nel reato può realizzarsi anche attraverso forme atipiche e differenziate di condotta, purché sia provata la partecipazione dell'agente nella fase ideativa o preparatoria del fatto criminoso e il suo contributo al rafforzamento del proposito delittuoso altrui. Il giudice di merito ha il potere discrezionale di valutare gli elementi di prova e di motivare adeguatamente la propria decisione, il cui apprezzamento è insindacabile in sede di legittimità se esente da vizi logico-giuridici. La desistenza dal reato, pur essendo causa di non punibilità, presuppone il recesso volontario dell'agente prima dell'inizio della condotta criminosa altrui, circostanza che deve essere specificamente provata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Mauriz - Presidente

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriel - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO P. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del 24.09.2014 del Tribunale della liberta' di Napoli;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis)) DEMARCHI ALBENGO;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. PINELLI Mario che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) propone ricorso p…

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