Cassazione penale Sez. II sentenza n. 41657 del 25 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:41657PEN

Massima

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Il reato di rapina si configura quando l'agente, mediante minaccia o violenza, si impossessa di una cosa mobile altrui al fine di procurarsi un ingiusto profitto, anche non di natura patrimoniale. L'inesistenza accidentale dell'oggetto della sottrazione non esclude la configurabilità del reato, purché l'agente abbia agito con l'intenzione di impossessarsi di un bene di valore economico. La minaccia idonea a integrare il reato di rapina può desumersi non solo dalle parole utilizzate, ma anche dalle modalità di commissione del fatto, come il travisamento del volto, che siano idonee a incutere timore nella vittima. Il profitto rilevante ai fini del reato non deve necessariamente concretizzarsi in un vantaggio patrimoniale, essendo sufficiente qualsiasi utilità, anche solo morale, che l'agente si riprometta di ottenere. Le dichiarazioni spontanee rese dall'imputato alla polizia giudiziaria possono essere validamente utilizzate nel giudizio abbreviato, anche in assenza di verbalizzazione, purché la responsabilità risulti provata aliunde.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - rel. Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RO. FR. N. IL (OMESSO);

2) DE. NO. MI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 245/2009 CORTE APPELLO di POTENZA, del 20/11/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 05/11/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LAURENZA NUZZO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. STABILE Carmine che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricors…

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