La massima giuridica che può essere estratta dalla sentenza è la seguente: L'autorizzazione per la realizzazione di un impianto di distribuzione carburanti è legittima qualora rispetti le prescrizioni normative in materia, in particolare: 1) La distanza dell'impianto dalla curva stradale deve essere conforme alla disciplina vigente, che prevede una distanza minima di 95 metri solo per le curve con raggio inferiore o uguale a 100 metri, mentre per le curve con raggio superiore è sufficiente che il fronte dell'impianto si trovi al di fuori dei punti di tangenza della curva. 2) La distanza dei serbatoi dal ciglio stradale deve essere superiore ai 5 metri previsti dalla normativa. 3) La volumetria complessiva dell'impianto non deve superare il limite massimo di 37 mc stabilito per gli impianti "a chiosco". 4) La disciplina sugli accessi privati di cui all'art. 45 del D.P.R. 495/1992 non si applica agli accessi funzionali agli impianti di distribuzione carburanti, in quanto strutture di interesse pubblico. 5) Per le strade extraurbane locali di tipo F, la normativa non richiede la presenza di corsie di accelerazione e decelerazione con le caratteristiche previste per le strade di tipo C. 6) I pareri obbligatori, come quello dell'ARPAC sulla conformità alle norme di sicurezza ambientale, possono essere sostituiti da altri pareri che coprono le medesime competenze, come quello dell'ASL sulla tutela della salubrità dell'aria.