Cassazione penale Sez. II sentenza n. 12428 del 15 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:12428PEN

Massima

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Il coinvolgimento organico e funzionale di un soggetto nell'associazione mafiosa, anche in assenza di una formale posizione apicale, può essere desunto da una pluralità di elementi indiziari, quali la coincidenza di contenuti e interlocutori in conversazioni captate, il ruolo di intermediario svolto tra diversi mandamenti mafiosi, la cura degli interessi del sodalizio in attività economiche e l'esecuzione di estorsioni per conto dell'organizzazione criminale. Tali elementi, valutati nel loro complesso e in modo logico e coerente dal giudice di merito, possono integrare gravi indizi di colpevolezza per il reato di partecipazione ad associazione mafiosa, senza che assuma rilievo decisivo l'eventuale ingenuità dei comportamenti tenuti dall'indagato, i contrasti interni all'organizzazione o le manifestazioni di disistima nei suoi confronti, in quanto tali circostanze possono piuttosto enfatizzare il suo radicamento nel sistema estorsivo e il suo ruolo dinamico e funzionale all'interno della cosca. Analogamente, la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza per il reato di estorsione può essere desunta da una pluralità di elementi, quali le dichiarazioni della persona offesa, le risultanze delle intercettazioni e la ricostruzione del contributo causale apportato dall'indagato, anche attraverso l'interposizione di altri soggetti, senza che assuma rilievo decisivo la presenza di marginali divergenze nelle dichiarazioni della persona offesa, tenuto conto del suo iniziale atteggiamento di reticenza. In sede di legittimità, la motivazione del provvedimento cautelare non può essere rivisitata nel merito attraverso una diversa lettura o valutazione delle risultanze probatorie, essendo preclusa ogni possibilità di una nuova valutazione delle stesse, salvo che non emergano palesi, non controvertibili e decisive difformità tra i risultati dell'attività di indagine e quelli tratti dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. PAZZI Alberto - rel. Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 1469/2016 in data 21.10.2016 del Tribunale di Palermo in funzione di giudice del riesame;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;
udito il difensore dell'indagato, Avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accog…

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