Cassazione penale Sez. V sentenza n. 53712 del 29 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:53712PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La minaccia, per integrare il relativo reato, deve essere dotata di una effettiva capacità intimidatoria, valutata non solo sulla base del tenore letterale delle espressioni utilizzate, ma anche in relazione al contesto in cui sono state pronunciate e ai rapporti intercorrenti tra l'autore e la persona offesa. Pertanto, la condotta minacciosa, pur se non accompagnata da atti concreti idonei a limitare la libertà psichica della vittima, può comunque integrare il reato di minaccia qualora, in considerazione delle circostanze del caso concreto, risulti oggettivamente idonea a suscitare nella persona offesa un fondato timore per la propria incolumità. La valutazione di tale idoneità intimidatoria è rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito, la cui decisione non è sindacabile in sede di legittimità se adeguatamente motivata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. SCARLINI E. V. - rel. Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/10/2017 del TRIBUNALE di PORDENONE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ENRICO VITTORIO STANISLAO SCARLINI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. FIMIANI PASQUALE, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
l'Avv. (OMISSIS), per la parte civile, si associa;
l'Avv. (Ndr: testo originale non comprensibile…

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