Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 36353 del 22 settembre 2003

ECLI:IT:CASS:2003:36353PEN

Massima

Massima ufficiale
Ai fini della configurazione del delitto di minaccia non occorre che le espressioni intimidatorie siano pronunciate in presenza della persona offesa, essendo solo necessario che questa sia venuta a conoscenza anche tramite altre persone, a condizione che ciò avvenga in un contesto per il quale si ritenga che l'agente abbia avuto la volontà di produrre l'effetto intimidatorio. (Fattispecie in cui la minaccia sia stata pronunciata a persona legata al soggetto passivo di relazioni di amicizia e lavoro).

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE SESTA PENALE Composta dai Signori: ((omissis)) - ((omissis)) - ((omissis)) - ((omissis)) S. Martella - ((omissis)) - Consigliere ha pronunciato la seguente SENTENZA sul ricorso proposto da Gi. Ch., n. ad Agrigento il (...); Avverso la sentenza in data 5 luglio 2002 della Corte di appello di Palermo. Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso; Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere dott. ((omissis)); Udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso. FATTO Con la sentenza in epigrafe, la Corte di appello di Palermo confermava la sentenza in data 30 marzo 2001 del Tribunale di Agrigento, appellata da Gi. Ch., condannato alla pena di anni uno, mesi sette di reclusione in quanto responsabile del reato di cui all'art. 322…

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