Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 23091 del 11 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:23091PEN

Massima

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La coltivazione e la detenzione di sostanze stupefacenti, anche in quantità modeste, sono punite dalla legge, salvo che il giudice ritenga, sulla base di una valutazione complessiva delle circostanze del caso concreto, che la condotta sia finalizzata all'esclusivo uso personale dello stupefacente. Pertanto, il giudice di merito, nel valutare la finalità d'uso personale, deve considerare non solo il dato quantitativo, ma anche altri elementi probatori, quali l'assenza di strumenti per il frazionamento e la cessione al dettaglio, la condizione di tossicodipendenza dell'imputato e la sua collaborazione con le autorità. Tuttavia, tale valutazione è riservata in via esclusiva al giudice di merito, la cui decisione è insindacabile in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogica o contraddittoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BLAIOTTA ((omissis)) - Presidente

Dott. SAVINO Mariapia G. - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - rel. Consigliere

Dott. RANALDI Alessandro - Consigliere

Dott. CENCI Daniele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 2039/2014 CORTE APPELLO di L'AQUILA, del 13/04/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 02/02/2017 la relazione fatta dal Consigliere Dott. EMANUELE DI SALVO;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ROMANO Giulio che ha concluso per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. (OMISSIS) ricorre per c…

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