Cassazione penale Sez. V sentenza n. 11988 del 13 marzo 2017

ECLI:IT:CASS:2017:11988PEN

Massima

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La minaccia di un male ingiusto, anche se rivolta in senso generico a più persone, integra il reato di minaccia aggravata qualora risulti dalla valutazione delle prove, in particolare dalle dichiarazioni della persona offesa e di altri testimoni, che la condotta dell'agente fosse concretamente diretta a prospettare alla vittima designata il pericolo di un danno ingiusto, anche se non necessariamente realizzabile, essendo sufficiente che la minaccia sia stata percepita come seria e attuale dalla persona offesa. In tali casi, la motivazione del giudice di merito che abbia adeguatamente valorizzato gli elementi probatori a sostegno della sussistenza del reato, risulta immune da vizi logici o giuridici e non può essere censurata in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silva - rel. Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/02/2016 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/10/2016, la relazione svolta dal Consigliere Dr. SILVANA DE BERARDINIS;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. TOCCI Stefano, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con sentenza in data 16.2.16 la …

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