Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20000 del 26 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:20000PEN

Massima

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Il giudice di prevenzione, una volta accertata l'appartenenza dell'interessato ad un'associazione di tipo mafioso, può applicare la misura di prevenzione della sorveglianza speciale senza necessità di una specifica motivazione in ordine all'attualità della sua pericolosità sociale, salvo che l'interessato non dimostri la rescissione di ogni contatto con l'associazione criminale. Ciò in quanto l'appartenenza ad un sodalizio mafioso, anche se meramente esterna e di mera contiguità, è di per sé indice di pericolosità sociale, in ragione del travaso di insidiosità criminale tra l'associazione e il singolo soggetto. Inoltre, il giudice può imporre al proposto il versamento di una cauzione, in conformità alla previsione normativa di cui all'art. 14 della Legge n. 55 del 1990.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S. - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Bo. Al. n. il (OMESSO);

Avverso l'ordinanza 4 giugno 2009 - Corte di Appello Catania;

sentita la relazione svolta dal Consigliere dott. BARBARISI Maurizio;

lette le conclusioni scritte del Pubblico Ministero, che ha chiesto il rigetto del ricorso con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.

RITENUTO IN FATTO

1. - Con ordinanza in data 4 giugno 2009, depositata il 9 giugno 2009, la Corte di Appello Catania, in parziale riform…

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