Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: Il reato di violenza privata e lesioni personali aggravati dall'odio razziale si configura quando l'azione delittuosa, per le sue caratteristiche intrinseche e per il contesto in cui si colloca, risulta intenzionalmente diretta a rendere percepibile all'esterno e a suscitare in altri analogo sentimento di odio, anche senza che sia necessaria la prova della mozione soggettiva dell'agente. L'uso di espressioni discriminatorie e offensive come "negri di merda" o "negro" è di per sé significativo di un sentimento di avversione ed odio razziale verso la persona alla quale sono dirette, indipendentemente dall'intenzione soggettiva dell'agente, essendo sufficiente che tali espressioni siano adoperate con la consapevolezza del loro significato dispregiativo. Inoltre, il rifiuto delle attenuanti generiche è giustificato dalla gravità delle modalità della condotta, caratterizzata da una spedizione punitiva per motivi di disprezzo razziale con uso di bastoni, nonché dai precedenti penali degli imputati, ritenuti socialmente pericolosi ed inclini alla violenza.