La revoca di autorizzazioni amministrative per l'esercizio di attività commerciali deve essere adeguatamente motivata in relazione alla sussistenza di un concreto e attuale interesse pubblico prevalente rispetto agli interessi privati coinvolti, senza che possano rilevare mere presunzioni o valutazioni erronee dei fatti. L'Amministrazione è tenuta a valutare le deduzioni e le memorie difensive presentate dall'interessato, dando conto delle ragioni per le quali non ritiene di dovervi aderire, senza che sia necessaria una confutazione analitica di ogni singolo argomento. Il risarcimento del danno non patrimoniale derivante dall'adozione di un provvedimento amministrativo illegittimo è subordinato alla prova della lesione di un diritto inviolabile della persona di rilevanza costituzionale, del superamento della soglia minima di tollerabilità dell'offesa e della natura non futile del pregiudizio subito, elementi che devono essere specificamente allegati e dimostrati dalla parte che ne chiede il ristoro.